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Sanità Veneta: “Ospedale di Oderzo, quale futuro”? di Betty Scapolan

Il futuro dell’Ospedale di Oderzo sotto la lente d’ingrandimento, tra tanti punti interrogativi. Una serata d’informazione fra l’ente sanitario, i sindaci del mandamento e la cittadinanza.

Sala gremita ed affollata a Palazzo Foscolo di Oderzo TV, venerdì 8 settembre 2023 alle 20.30, in occasione dell’incontro presieduto dall’On. Marina Marchetto Aliprandi (FdI) con la partecipazione del Dr. Francesco Benazzi (Direttore Generale dell’ULSS2 Marca Trevigiana), per informare la cittadinanza, sull’imminente progetto edilizio di adeguamento e di ampliamento dell’Ospedale Opitergino. 

Presenti numerose autorità locali: la Presidente della Conferenza dei Sindaci, Paola Roma, eletta nel 2019 nonché sindaca di Ponte di Piave TV,  la sindaca di Oderzo, Maria M. Scardellato, il Sen. Luca De Carlo (FdI), ex sindaco di Calalzo di Cadore BL, il sindaco di Salgareda TV, Andrea Favaretto e numerosi medici.

-“Mi sta particolarmente a cuore il futuro dell’Ospedale!…un tempo era sito in Via Luzzatti, con soli due reparti: Medicina e Chirurgia”-…

Tanti ricordi e parole emblematiche quelle dell’On. M. Marchetto, atte a dimostrare un profondo attaccamento al sostegno per la futura realizzazione, che implica, non solo una comunicazione mediatica, ma soprattutto, una collaborazione stretta fra l’Ulss2 ed i sindaci del comprensorio. 

Il Dr. Benazzi nel suo intervento, inizia ricordando un articolo uscito sul Corriere della Sera nel 2011, in cui il Governo Monti depenalizzava la sanità con più tagli che sviluppi. 

Lo stesso Monti, che si accanisce ora sulla Meloni, colpevole secondo lui, di voler distruggere il precario tessuto sanitario. 

(La storia si ripete ad organi invertiti, è una ruota che gira)….

L’Ospedale di Oderzo, viene più volte definito “strategico” dal Direttore Generale, che si dilunga nei meriti dei medici, degli infermieri e del personale sanitario che vi lavora. 

L’obiettivo primario è mettere in sicurezza lo stabile, adeguando l’edificio alle vigenti norme antisismiche ed antincendio, utilizzando materiali ecosostenibili. Un aspetto fondamentale, è rendere la struttura più all’avanguardia, più tecnologica, più sofisticata con strumenti di ultima generazione, in modo che: +servizi di specializzazione = +risultati di margine.

Il nuovo Ospedale diventerà una cittadella multifunzionale.

Già demolito il padiglione Pagani, che ospitava una casa di riposo (adiacente la Tintoria Damiani). Al suo posto sorgerà:

“La Casa di Comunità”, un edificio moderno che ospiterà i poliambulatori, con percorsi di specializzazione, di diagnostica e terapeutici ed i medici di base.

I padiglioni dismessi da tempo, saranno abbattuti, mentre, subiranno appositi adeguamenti e/o ristrutturazioni i blocchi B02 (medicina), B03 (zona operativa), B04 (Psichiatria, Ortopedia, Chirurgia), B05 (Poliambulatori Analisi). 

Costo stimato intorno ai 25milioni di euro. L’investimento finanziario di edilizia sanitaria, è una delibera della Regione Veneto, con i fondi del PNRR ed il supporto del GSE S.p.A., il gestore dei servizi energetici. Ma basteranno per gli innumerevoli progetti di risanamento e di ampliamento?

Un momento del convegno con l’intervento del sindaco di Oderzo

E che dire delle innovative idee proposte per migliorare i vari reparti?

-Pediatria: Centro di riferimento per la PMA (Procreazione Medico Assistita) e per le malattie infettive infantili.

-Cardiologia: un nuovo reparto. 

-Chemioterapia: a domicilio.

-Radiologia: potenziamento del servizio con macchinari e monitor più recenti.

-Pronto Soccorso: ampliamento.

-Terapia Intensiva: ampliamento ed aumento dei posti letto, circa 30 in più.

Da gennaio poi, partirà una sperimentazione a campione su 200 pazienti considerati “fragili” dimessi dall’ospedale, che prevederà l’utilizzo di braccialetti elettronici. L’introduzione della IA, (intelligenza artificiale) e della robotica strumentale, in collaborazione con il COT, Centro Operativo Territoriale, permetterà di monitorare con prestazioni da remoto, l’assistenza, l’accessibilità e la continuità fra lo stesso ente sanitario ed il territorio, creando una Rete di comunicazione diretta.

Pertanto:

1) gestione delle telefonate

2) partenza immediata degli automezzi in caso di difficoltà

3) assistenza domiciliare.

Le tre priorità per il buon funzionamento del servizio.

Anticipati oltre 1.800.000 euro per iniziare i lavori, che, secondo le stime, dovrebbero concludersi al max entro il 2026, in modo da poter usufruire dell’intero pacchetto finanziato dal PNRR.

Basterà per ricollocare l’edificio più importante dell’Opitergino?

Chi coprirà le spese maggiorative? E la viabilità, verrà modificata per rendere più agevoli gli accessi all’edificio? 

Nessuno ha menzionato un parcheggio idoneo per una struttura più competitiva.

L’unica certezza è data dal fatto, che l’ospedale pubblico è ormai una utopia. L’azienda sanitaria è un business. 

Betty Scapolan il 10 Settembre 2023

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