L’Istituto Superiore della Sanità lo scriveva già nell’estate del 2021 che il vaccino non impediva di ammalarsi e di diffondere il virus: su cosa si reggeva allora tutta la narrazione pandemica se “Essere vaccinati” non serviva a nulla?
Un bel partire per la Commissione Parlamentare sul Covid-19, istituita con legge dello stato promulgata in questi giorni dal presidente Mattarella, non senza la precisazione, che lui le leggi: “le controfirma senza giudicarle” sarebbe quella di partire collegandosi al sito dell’Istituto Superiore della Sanità in cui già nell’estate del 2021 nei suoi documenti ufficiali scriveva chiaramente, che il vaccino non impediva di ammalarsi o di diffondere il virus, come qui di seguito riportato:
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E quindi l’Istituto Superiore della Sanità, bontà sua lo metteva in risalto già nelle primissime righe, su un suo Comunicato del 17 Maggio 2021 dal contenuto inequivocabile, ma evidentemente illeggibile al numeroso popolo di analfabeti che ci ha amministrato in questi due anni e mezzo di sofferenza e draconiane limitazioni pandemiche; il testo non lascia dubbi:
“Ricordiamo infatti che essere vaccinati non impedisce di ammalarsi o di diffondere il virus”.
Ma allora su cosa si reggeva tutta quella discriminante narrazione se “Essere vaccinati” non serviva a nulla? e ancora: perché il ciclopico sistema sanitario-mediatico di comunicazione messo in campo dal Governo di allora, non ha dato rilevanza a questa elementare evidenza, anzi dando il via libera ad una criminalizzazione sistematica di ogni possibile voce dissenziente o semplicemente dubbiosa?
Ricordando ancora le importanti dichiarazioni dell’ormai ex presidente dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) prof. Giorgio Palù rilasciate da Bruno Vespa il 10 maggio 2023 quando l’autorevole virologo invitato a Porta a Porta ammise – con molta sorpresa degli astanti – gli errori commessi nella gestione del Covid e disse cose molto significative sulle strategie ministeriali utilizzate durante l’emergenza.
Nel dettaglio, alla domanda di Bruno Vespa che gli chiese se furono commessi degli errori e se dobbiamo rimproverarci qualcosa, il Presidente dell’Aifa ci tenne a specificare di rispondere in qualità di virologo, e dichiarò: «Gli errori si fanno! Era una malattia sconosciuta che colpiva l’umanità, è inevitabile . . la scienza, progredendo per ipotesi e conferme . . In alcune cose abbiamo fallito» e ancora: «Non abbiamo dato ascolto ai governatori che dicevano di vigilare alle frontiere, non abbiamo considerato, per esempio parlo di studi clinici che negavano l’efficacia di un farmaco già dimostrato molto attivo nei confronti di precursori del Sars Cov 1 e Maers»; per concludere: «In alcune condizioni si sarebbe potuto capire prima che il virus era a diffusione nosocomiale: lo capimmo subito nel 2003 quando tutto l’ospedale di Toronto si era infettato: quando i medici finalmente capirono che si soffocava per tromboembolia e quando si è capito che bisognava usare gli antinfiammatori che sono stati un aiuto importantissimo» e infine: «Non serviva certo la Tachipirina e la vigile attesa»!
Sono tutte domande a cui gli Italiani aspettano delle adeguate risposte e su cui la Commissione Parlamentare dovrà celermente indagare, nonostante già in queste primi giorni di operatività la volontà di boicottarla da parte delle opposizioni, miranti a tergiversare alla non comunicazione dei nomi dei membri a loro spettanti per legge, pone un primo importante ostacolo.
Il clima elettorale in vista delle prossime elezioni europee apre alle rituali promesse da parte delle forze politiche e nonostante il più delle volte rimangono tali, danno qualche speranza in più di verità, se non di giustizia: la voglia di archiviare e “dimenticare presto” il recente passato pandemico è uno dei rischi per questa Commissione di deragliare in un nulla di fatto, ponendoci al contempo la fondamentale domanda: come è possibile ripartire serenamente se se prima non sia stata fatta completa ed esaustiva chiarezza?
In redazione AC il 07 Marzo 2024