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Auto e moto colpiti da nuovi balzelli di Luciano Sonego

Nuove normative Ue sulle assicurazioni: regna sovrana la confusione nel mondo dei collezionisti di auto d’epoca

Nel settore dell’automobilismo, un ulteriore “colpo basso” è stato inferto da una Direttiva Europea ai propri stati membri: a partire dal 23 dicembre c.a. il Parlamento Ue ha partorito l’ennesima stangata agli automobilisti europei. Infatti i possessori di autoveicoli e motoveicoli regolarmente iscritti al PRA (Pubblico Registro Automobilistico per l’Italia), dovranno provvedere alla stipula dell’assicurazione RCA indipendentemente che questi siano, o meno, utilizzati dai propri intestatari. Pertanto, seconde, terze auto tenute ferme in garage o capannoni privati tenute come ricordi di famiglia o auto storiche ferme da decenni ma in grado di circolare, saranno assoggettate a questa obbligatorietà.

E qui scatta il meccanismo che ancora dovrà essere chiarito nei dettagli: ovvero, se un’auto non è circolante per problemi di meccanica o di carrozzeria, come dovranno comportarsi  i legittimi proprietari? In pratica, se secondo le vigenti leggi, l’auto o il motoveicolo non è in grado di superare la revisione prevista ogni due anni (quattro a partire dalla immatricolazione da nuova) a causa di malfunzionamenti o necessità di manutenzioni straordinarie ai freni, motore, impianto elettrico, pneumatici… come dovrà comportarsi il legittimo proprietario? E se, invece, un’auto è perfettamente funzionante, nell’intento di driblare quest’obbligo cosa sarà necessario fare?   

Appare così un paradosso che i collezionisti di auto d’epoca – e non – abituati a restaurare meticolosamente le loro auto ricercando i pezzi di ricambio originali sul mercato o producendoli artigianalmente, ex novo, ora dovranno compiere l’operazione inversa per dimostrare che l’auto non è circolante?  

Ci si chiede se togliendo una sola ruota (e anche quella di scorta) è sufficiente per rendere l’auto non circolante. Ci si chiede altresì, come saranno effettuati i controlli e se ci saranno. Oppure se i legittimi proprietari dovranno, motu proprio, compilare una dichiarazione attestante la non funzionalità di ogni auto e protocollarla al PRA. Tutto ciò non è ancora stato chiarito e sarà necessario che gli organi preposti (ACI, PRA, ASI) emanino delle direttive chiarificatrici. Ma tutti noi, interessati a questa problematica, ci chiediamo: Cui prodest? a chi giova? Appare ormai chiaro che il Parlamento Europeo ha come obiettivo arrivare ad una distruzione graduale del settore. E’ inoppugnabile  che tale manovra è propedeutica all’aumento degli introiti delle Assicurazioni, quasi sempre di proprietà delle banche. 

Il secondo obiettivo è la rottamazione di una certa quantità di auto anziane il cui valore, spesso, è inferiore a quello di una stipula di un’ assicurazione. Questa problematica porterà, inoltre, alla vendita di una parte di auto nei paesi dell’est, non assoggettati a questa politica. Pertanto queste leggi apporteranno un ulteriore danno al settore dell’automobilismo ora tutt’altro che florido. Ma azioni di questo genere non sono nuove, almeno in Italia. Tutti noi ricordiamo la trasformazione della tassa di circolazione degli autoveicoli in tassa di possesso nel lontano 1985.

Quell’azione sconsiderata ha creato un grosso lavoro aggiuntivo al PRA provocando disagi a non finire a seguito di errori del pagamento e accertamenti annosi di mancato pagamento che continuano anche dopo la morte di taluni proprietari di auto e moto. Ma ricordiamo, non ultima, la prematura rottamazione di auto e moto ancora recenti, soprattutto di media e grossa potenza, ancora perfettamente in ordine ma il cui valore, a causa appunto della tassa di possesso e dell’esosa tassa dei passaggi di proprietà, si riduce quasi a zero. Sic transit res mundi.

Luciano Sonego il 29 Dicembre 2023

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