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Sebastian Coe e il New World Athletics Order? di Andrea Cometti

Articolo di recensione sul dopo Olimpiadi di Tokyo del 2021. Sebastian Coe e le pagliacciate anglo-americane: l’incredibile esclusione dei due ori italiani dal premio di atleta maschile dell’anno 2021

Il barone Charles Pierre de Frédy di Coubertin, inventore delle Olimpiadi moderne, forse si rivolterebbe nella tomba apprendendo di queste notizie, che di sportivo hanno ben poco e sono la fotografia di ciò che è diventato il mondo sportivo “Globalizzato” del terzo millennio: un mercimonio di sponsor e procuratori, ostaggio della politica e delle lobbies finanziarie più spregiudicate.

La “World Athletics” la federazione internazionale di atletica con sede nel Principato di Monaco e presieduta dall’Inglese Sebastian Coe, ha escluso incredibilmente dall’elenco dei 10 candidati in corsa per il premio di atleta maschile dell’anno 2021 Marcell Lamont Jacobs e Gianmarco Tamberi: il primo vincitore di ben due medaglie d’oro (100 metri e staffetta 4×100) e il secondo nel salto in alto alle recenti Olimpiadi di Tokyo.

Un inviperito presidente del Coni Giovanni Malagò ha subito commentato:“Marcell fuori? è molto poco credibile che tra gli atleti non ci sia l’unico che ha vinto due medaglie d’oro e oltre a Jacobs non c’è Tamberi;  una mancanza di rispetto nei confronti dei nostri due atleti“. Malagò ha rincarato la dose tuonando: “Ho chiamato la Iaaf: è una cosa profondamente sbagliata e ieri sera ho chiamato Anna Riccardi, membro della Iaaf chiedendo chi fosse a votare. Lei stessa mi ha risposto che non lo sapeva, dicono sia un soggetto terzo ma siamo molto molto dispiaciuti, è molto poco credibile che nelle dieci persone da segnalare come atleti dell’anno non ci sia l’unica persona che ha vinto due ori nell’atletica compreso il record europeo nei 60 metri indoor e non ci sia Gimbo Tamberi che oltretutto ha vinto anche la Diamond League“.

La notizia, quasi surreale è la dimostrazione di quanto gli ori italiani, soprattutto quelli di Jacobs nella velocità abbiano dato fastidio agli inglesi, (nella staffetta giunti secondi a 1 centesimo) e agli Usa, il cui mondo della velocità già pregustava un nuovo monopolio, dopo la lunga era del talentuoso giamaicano Usain Bold.

La federazione internazionale di atletica si dimostra per quello che è: una cricca in mano alla politica e agli sponsor, in cui il vero valore sportivo, ormai passa in secondo piano, rispetto ad altri “sospetti” interessi e clientele; già il caso dell’esclusione della Russia aveva fatto molto discutere e provocare numerosi interrogativi sugli intrallazzi che gestiscono la “Regina degli Sport”: l’atletica.

Siamo in tempi transumani di “New World Order”, in cui i principi di lealtà e sportività, codificati da De Coubertin sono morti e sepolti da un pezzo: oggi regna il solo “Sport mercenario” e la subdola strumentalizzazione politica e mediatica:  un disgustoso mare di guano, in cui emerge cristallino il solo talento dei nostri atleti e il luccichio delle loro medaglie.

L’unico dubbio e domanda finale: è se abbiano ancora credibilità e significato, questi carrozzoni internazionali, specchio di una società alla rovescia, ormai post-umana, praticamente impazzita.

Del 25 Luglio 2023, già pubblicato nel 2021 di Andrea Cometti

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