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Euro-voto 2024: “Al via il Festival della democrazia virtuale” di Andrea Cometti

Riflessioni sulle Elezioni Europee 2024: tra voto o non-voto nel “Caravanserraglio” europeo il rischio è l’astensionismo con la delegittimazione delle istituzioni democratiche.

Aspettando le pirotecniche elezioni Usa di novembre 2024, con due arzilli vegliardi a contendersi la mitica valigetta con il “Bottone rosso” delle armi nucleari, specchio di una Civiltà Occidentale allo stadio terminale; l’8 e 9 giugno allineati e coperti voteranno i sudditi della colonia europea in un inutile Gran Premio per novelli dottor Stranamore, che si preannuncia senza sorprese.

Siamo al tempo dei partiti virtuali, spesso familiari, dei governi “Tecnici” e dell’intelligenza artificiale e il risultato finale l’algoritmo lo ha predisposto già da tempo, come i concorrenti invitati a parteciparvi: è il solito “Vestito su misura” fatto di regole e normative cambiate all’ultimo momento, cavalli di Troja misteriosamente ritirati e Specchietti per le allodole per ingolosire gli ultimi indefessi elettori.

Già, perchè ormai metà del corpo elettorale di votare proprio non ci pensa! Come al Casinò il “Banco vince sempre” nella Repubblica dei sondaggi sbagliati, delle censure preventive e delle fake news manipolate e molti “Risvegliati” lo hanno capito da tempo.

Esemplificativo il caso delle recenti elezioni in Sardegna – con dati definitivi mai pervenuti – dove da qualche settimana governa una illustre sconosciuta eletta con un 42,6% dei sardi, mentre chi ha “perso?” ha ottenuto il 48,8% dei voti di lista, sfiorando la maggioranza assoluta: misteri matematici di una scienza inesatta, di una legge elettorale iniqua con un illogico “Voto disgiunto” o a pensar male: siamo alle solite “Matite magiche” di sinistra memoria?

Euro-voto 2024: “Al via il Festival della democrazia virtuale”?

Tornando al Caravanserraglio europeo, il cui parlamento è ormai da tempo considerato un cimitero dorato per elefanti della politica italiota, l’unica variante interessante è la presenza delle scomode “Preferenze” che in teoria lascerebbero spazio agli outsider indipendenti, ma in realtà con lo sbarramento del 4% non pone speranze di elezione ai piccoli partiti, già falcidiati dalla raccolta firme in quel gioco delle tre carte ben orchestrato dalla partitocrazia europoide che, non avendo problemi burocratici, con gli strumentali “Diritti di tribuna” all’interno delle loro liste e le discutibili candidature di bandiera dei loro leader di partito distribuiranno i pani e i pesci a loro discrezione.

Oggi, tra benaltrismo e veltronismo e i soporiferi salotti televisivi con i soliti volti noti della politica a pontificare su tutto (Porta a Porta soprannominata “La terza camera” è prossima a festeggiare i 30 anni di attività sic!) il sistema è ben collaudato e al solito vale la regola della “Promessa del marinaio”: in fin dei conti promettere è Gratis, non costa nulla, come straparlare senza cognizione di causa: con contraddittori e interviste addomesticate ad arte in assenza di veri giornalisti super-partes che pongano domande scomode e verifichino i contenuti delle risposte.

In questa babilonia in cui Avatar e Ologrammi si sprecano, il dilemma per il povero e frastornato elettore è sempre lo stesso: astenersi o andare a votare? E se votare, per chi votare? Essendo poi i programmi tutti uguali o al solito ripiegare sul “Menopeggio” del momento in questo perverso gioco al ribasso.

Altro che: “Esercizio di democrazia” come ammonisce il nostro enigmatico inquilino del Quirinale, anche lui – nonostante le granitiche promesse – al secondo mandato presidenziale, come del resto il suo illustre predecessore, che ha introdotto la controversa novità; si sa, tra Agende Green e filantropi illuminati viviamo in un’epoca un po’ bizzarra dove anche di Papi ne vanno bene anche due!

Tra voto o non-voto nel “Caravanserraglio” europeo il rischio è l’astensionismo con la delegittimazione delle istituzioni democratiche!

Osserviamo basiti, onorevoli “scappati di casa”, sindaci alla Cetto La Qualunque, illustri Governatori, tutti attaccati all’agognata poltrona, tutti vogliono terzi, quarti o quinti mandati, meglio sarebbe un incarico a vita dal romantico sapore monarchico e su tutti noi, ignorante popolaccio la spada di Damocle dei “Tecnici” di lignaggio bancario, rigorosamente calati dall’alto e mai passati per le urne.

Al comune grido di “Vota Antonio, vota Antonio La Trippa!” in questo rissoso Festival della democrazia virtuale i segretari di partito, in perfetto stile padronale, adorano stampigliare il loro nome sul simbolo, e su di esso alcuni orfanelli arrivano a resuscitare anche i morti? Sono passati 30 anni dalla celeberrima promessa del “Milione di posti di lavoro” con la discesa in campo del mitico Cavaliere, ormai de cuius e miracolosamente il suo cognome troneggia ancora post-mortem nelle Elezioni Europee.

Altri pittoreschi Capi bastone riescono a creare vere e proprie composizioni artistiche di Arte moderna con 20 micro-partitini al suo interno: mai tramontati gli Scudi-crociati e le Falci e Martello, resistono i Partiti dei Pirati e quello dei Pensionati e se alla fine della fiera ci chiederemmo del perchè di tutto questo confusionario Circo Barnum? la risposta potrebbe essere: “Perchè di questa fallimentare classe politica siamo semplicemente lo specchio!“.

Certo, esiste il fantomatico “Partito dell’Astensionismo” che de facto è quello ampliamente maggioritario, a cui bisognerebbe aggiungere – per essere corretti – le sempre dimenticate “Schede bianche” e forse quelle “Nulle” oggetto di mille contenziosi; ed è proprio questo partito dei delusi, degli arrabbiati di Destra e Sinistra a cui sostanzialmente non interessa chi andrà a governarlo, che sulla carta preoccupano le “Istituzioni democratiche” perchè la delegittimano direttamente, non riconoscendola e rifiutandola in origine.

Sarà un nuovo Anarchismo 2.0 o forse solo un becero Populismo destrorso, ma in chiave europea le passate piroette con salti carpiati di molte formazioni politiche: Euroscettiche prima del voto e Pro-Ue dopo le elezioni hanno lasciato il segno, basterebbe ricordare chi ha regalato i voti indispensabili per far eleggere l’attuale Presidente della Commissione Europea, guarda caso ricandidata alle prossime elezioni in quota Ppe: “Tecnica” di rito tedesco e mai passata per le urne del popolo.

Perchè le Elezioni Europee saranno un inutile Gran Premio per novelli dottor Stranamore, che si preannuncia senza sorprese?

Infine notiamo, che del rischio “Nucleare” sembra non preoccuparsene proprio nessuno con una silenziosa e silenziata politica militare di riarmamento Ue, pro-Ucraina in chiave anti-Russa molto temeraria e pericolosa; l’Ucraina ricordiamo, dettaglio non secondario: non fa ancora parte dell’Ue.

La Brexit inglese, poi è già dimenticata in questa Europa delle nazioni evaporate, paradossale il fatto che metà del territorio europeo sia del “Nemico” Russo; letteralmente sparita la Grecia, deragliata la locomotiva tedesca, criminalizzata l’Ungheria gli ordini arrivano categorici e preconfezionati Oltre Atlantico: un bacio in fronte e Thank you very much!

Non ci sarà quindi alcun Referendum pro o contro l’Ue, semplicemente perchè come recita il mantra dei padroni del vapore: “Indietro non si torna!”, avanti quindi con le loro cervellotiche Agende 2030, che hanno il “pregio” di non poter essere discusse, si accettano e si pagano senza fiatare, punto.

Chiunque le vincerà queste elezioni dovrà gioco forza adeguarsi, piegarsi alle pressanti Transizioni Green in nome di un sibillino “Cambiamento climatico” a danno delle nostre auto, delle nostre vetuste abitazioni, della nostra dieta mediterranea; per ciò che concerne la salute: “Green Pass con Tachipirina e vigile attesa“, ce lo chiede l’Europa e ce lo dice senza giri di parole lo slogan di Davos: “Non avrai nulla e sarai felice!”.

Buon voto o non-voto che sia a tutti e l’ultimo chiuda la porta!

Andrea Cometti il 06 Maggio 2024

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