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La Dottrina della Creazione in San Tommaso d’Aquino

La creazione è una relazione del creato ed  posteriore al creato: l’Aquinate sostiene che il creare dal niente non significa ammettere prima il non-essere e poi qualcosa, dal momento che, in questo modo, il niente sarebbe un qualcosa antecedente l’essere. Il mondo, invece, per Tommaso, riceve il suo essere da Dio quale causa necessaria ma al contempo coeterna, escludendo che, prima del mondo, ci fosse qualcosa di eterno che si chiamava nulla di Daniele Trabucco

Il concetto di creazione (“creatio” in lingua latina) è proprio del pensiero cristiano. Nel mondo antico, viceversa, la materia era ritenuta eterna e, se pensiamo ai Dialoghi della vecchiaia di Platone (428 a.C.−348 a.C.), essa al piú era plasmata del demiurgo ad imitazione delle idee.

Riprendendo le categorie della filosofia greca, Tommaso d’Aquino (1225-1274) ritiene che, essendo Dio l'”Ipsum esse subsistens”, è l’unico in grado di creare le cose dal nulla. Tuttavia, bisogna non cadere nella tentazione di entificare il nulla, come hanno fatto Heidegger e Sartre, facendone il polo opposto rispetto all’essere. Ció che ha realtà è soltanto l’essere, mentre il nulla, in quanto nulla, non si puó nè dire, nè pensare, secondo la nota lezione parmenidea.

Sostenere, quindi, che il punto di partenza è il nulla è solo una modalità antropomorfica di esprimere la creazione. Ora, in nessun modo la creazione puó essere intesa come un cambiamento, “un fieri”, dal nulla all’essere, dal momento che il passaggio, il mutamento, esige sempre due termini e ogni fieri è in un soggetto e mai nel nulla che non è. Pertanto, la creazione, che noi concepiamo come una relazione intermedia tra il Creatore e la creatura, è in realtà posteriore alla creatura così come ogni relazione è posteriore al soggetto che la pone.

Questo significa che, nella sua realtà propria, la creazione è una relazione del creato ed è, dunque, posteriore al creato. L’Aquinate sostiene che il creare dal niente non significa ammettere prima il non-essere e poi qualcosa, dal momento che, in questo modo, il niente sarebbe un qualcosa antecedente l’essere. Il mondo, invece, per Tommaso, riceve il suo essere da Dio quale causa necessaria ma al contempo coeterna, escludendo che, prima del mondo, ci fosse qualcosa di eterno che si chiamava nulla.

Prof. Daniele Trabucco il 06 Gennaio 2024

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