HomeEventiAgricoltura & AgriturismoIn Sigfrido Veritas: “Il Karakiri Enologico di Rai 3” di Andrea Cometti

In Sigfrido Veritas: “Il Karakiri Enologico di Rai 3” di Andrea Cometti

Riflessioni sull’inchiesta di Sigfrido Ranucci “Piccoli chimici” andata in onda su Rai 3 a Report.

Nella palude televisiva trasmessa via etere la domenica sera, spicca l’appuntamento in prima serata con Report, programma di Rai 3 sempre arricchito da piccanti servizi firmati da quell’intrepido Kamikaze che è Sigfrido Ranucci, forse l’ultimo Panda di una categoria a rischio estinzione: il giornalista e il giornalismo d’inchiesta.

Ma al contempo, andando oltre il lodevole impegno profuso dal Nostro in nome di una presunta Stampa Libera, sorgono molti dubbi sulla sua reale indipendenza e buona fede, visto l’accanimento monodirezionale verso una sola parte politica, che è diventato il vero filo conduttore della trasmissione: “Il metodo Report” è da tempo collaudatissimo e non è un segreto che Rai 3, la storica Telekabul è sempre stata una riserva indiana di “Panda Rossi” ma domanda spontanea: perchè sacrificare proprio il vino e sotto le prossime festività, con un servizio Karakiri, del tutto gratuito contro le nostre rinomate bollicine?

Anche la scorsa domenica, la sua inconfondibile “Sagoma” dietro il banco di Report, ha continuato a far tremare i palazzi della politica, rigorosamente filo-meloniana: dopo le inchieste La Russa, con relativa convocazione in Commissione di disciplina Rai, il Nostro nell’ultima puntata si è cucinato ad arte nell’ordine: il Doge di Venezia Luigi Brugnaro, il critico d’arte e sottosegretario Vittorio Sgarbi – per una storiaccia, ovviamente di quadri – e la diocesi di Napoli – per una faccenda di immobili affittati alla Camorra – con un criptato sottotitolo: “Ministro Piantedosi dove sei?”; per finire con una strana inchiesta Karakiri sul vino intitolata: “Piccoli chimici”, che aveva come Casus belli uno scoop su una presunta faida legata al Prosecco (Glera) e la nuova denominazione Pinot Grigio delle Venezie, che vede sullo sfondo, pur senza attaccarlo frontalmente, il dominus del settore enologico del Nordest Luca Zaia. Si, perchè se le argomentazioni di Report di facciata sembrano sempre ben motivate e legittime, la subdola manipolazione viene spesso a galla con la fatidica domanda: cui prodest? Nel servizio sul vino, settore che sta andando a gonfie vele, che senso avrebbe un servizio come quello di Report, se non quello di attaccare l’esponente leghista veneto? Ergo, svelato l’arcano mistero, come per Piantedosi e gli altri, passati sotto la gogna mediatica del “Panda Rosso” di Rai 3: trattasi solo di lotta politica atta a screditare l’avversario e il resto, vino compreso è tutto sacrificabile per la causa.

Nel merito del servizio Rai, si trasformano sospetti o mezze verità, in sentenze mediatiche inappellabili, che sparano nel mucchio e fanno: di tutta l’erba un fascio a danno dell’immagine del vino in generale e di quella maggioranza di produttori onesti, artefici di questa eccellenza Italiana. Sigfrido Ranucci dimenticandosi di Enologi e Sommelier si inventa un perfetto sconosciuto, tale Francesco Grossi nominandolo sul campo “Esperto del settore” e facendolo pontificare sull’argomento con abile sicumera: un lavoro sporco, masochista quello di Report, che rischia di annullare le decennali scelte qualitative del settore, innescate certo, dopo lo scandalo di quasi 40 anni fa del vino al metanolo, vero spartiacque del settore enologico, che avviò un radicale processo di pulizia dalle mele marce, innescando una politica virtuosa di trasparenza e qualità.

La leggenda che, il vino “Si possa fare anche con l’uva” è quello che si vuole far passare nel subdolo servizio Rai, in linea forse con le surreali e anti-Italiane proposte europee, che sognerebbero di mettere nelle nostre etichette la scritta: “Nuoce gravemente alla salute”: le tematiche proposte da Report sono i segreti di Pulcinella, che quelli del settore conoscono benissimo e che lo stesso Presidente dell’Unione Italiana Vini Lamberto Frescobaldi ha più volte richiamato: il sistema dei controlli della Repressione Frodi, la disciplina dei Mosti concentrati e le Uve da tavola che alcuni speculatori economici spostano in nero da Sud verso Nord. Per la cronaca in altri Paesi, Francia e Germania su tutti, è consentita addirittura la pratica dello zuccheraggio, che in Italia è assolutamente vietata, altro che Mosto concentrato, che è un semplice zucchero d’uva: tutto naturale, ma soprattutto tutto legale che ci fa dire convintamente che in Italia si beve bene e si beve sicuri da un punto di vista sanitario.

Come ha sottolineato Lamberto Frescobaldi, con questo servizio di Report: “Si è scelta la strada del qualunquismo, e questo fa male sia ai consumatori che a un asset in grado di rendere 7,5 miliardi di euro all’anno di bilancia commerciale con l’estero e dare lavoro a quasi un milione di persone”!

Andrea Cometti il 20 Dicembre 2023

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