Il “Funeral Show” del Papa Argentino: apoteosi per cinefili impenitenti e poltronauti da “Grande Fratello” di Andrea Cometti
Già osannato come “Santo subito”, con l’uscita di scena del suo attore protagonista, armati di pop-corn e un pò di curiosità, abbiamo assistito all’ultima proiezione dello “Jorge Mario Bergoglio Show” film a puntate, che in 12 anni da quel fatidico Buonasera! ha visto sfilare in una passerella felliniana un variegato cast di celebri mezzi-busti e stravaganti caratteristi. E se è vero, che nella “Propaganda del Cinema della storia” se ne sono viste veramente di tutti i colori, invasione marziana compresa con quella di Orson Welles del 1938 e degni di nota sono state le autocelebrazioni americane di Hollywood, i capolavori di Leni Riefenstahl, fino ai docufilm dell’Istituto Luce di quel – profeta maledetto – che è stato Mussolini, che considerava la cinematografia come “L’arma più forte”: lo schieramento mediatico di uomini e mezzi stanziati in questi giorni, con le sue monolitiche narrazioni a reti unificate, ricorda proprio il Minculpop dello storico duce del fascismo.
Il nostro Papa Argentino, come noto adorava il Cinema: “Il pranzo di Babette” il suo preferito e di un’amore molto ricambiato: già onorato in vita con diverse pellicole – tutte presenti nei palinsesti Tv di questi giorni – il suo funerale ci ha ricordato quei “Colossal Peplum” di Cinecittà degli anni ‘60: con un rigenerato “Maciste” Trump ad incontrare “cappelli in mano” le tante comparse convolate all’evento, con in testa il comico Zelensky: presenti il surrealista francese Macron e tante teste coronate e testine da ogni parte del mondo; al completo il cinema Italiano, orfano del suo immarcescibile Oscar Roberto Benigni (si sussurra per problemi di cachet). Tra Coccodrilli, misteriosi benefattori e algoritmi a pieno regime, tutto l’evento è stato curato nei minimi dettagli dall’ottima regia della Vatican Production, con musiche commoventi dell’oboe di Mission firmate da Ennio Morricone del celebre film di rito “Gesuita” del 1986.
L’evento di ieri in Piazza San Pietro, come si usava nei vecchi Film del secolo scorso è risultato a sorpresa con due “Tempi”: proponendo, dopo la pubblicità un inconsueto “Secondo tempo” e per diretta volontà del Nostro che, si è fatto seppellire a Santa Maria Maggiore dopo la coreografica attraversata della città eterna e con la conseguenza di far apparire il “Primo tempo” più un Sabba politico per annoiati filantropi che, l’addio Cattolico all’erede di San Pietro.

Addio rivoluzionario Papa Bergoglio, pontefice per molti, ma non per tutti nell’indecifrabile “Cinema della Storia”!
Delusi i fan del tradizionalismo di Papa Ratzinger, ancora confusi per la sua strana Fuga da New York e i 10 anni di coabitazione passati con il Nostro: per gli impenitenti cinefili amanti di Marcellino Pane e Vino e del Gesù di Zeffirelli, il giudizio estetico finale non può che richiamare alla “Corazzata Potëmkin”, magari aspettando in religioso silenzio l’uscita della prossima pellicola che, verrà partorita dopo l’Extra omnes dei prossimi giorni in Cappella Sistina.
Addio rivoluzionario Papa Bergoglio, pontefice per molti, ma non per tutti nell’indecifrabile “Cinema della Storia”, aspettando la fumata bianca del tuo successore: lo Show must go on!
In redazione Andrea Cometti il 27 Aprile 2025